Aggiornato al 14/06/2025 - 10:44
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Commedia

Teatro comunale di Priolo Gargallo: il “Paraninfo” e i due aspiranti mariti per due “cozze”

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La pièce teatrale “Il paraninfo” – di Luigi Capuana – che la compagnia “Teatro stabile nisseno”, per la regia di Giovanni Speciale, ha rappresentato al teatro di Priolo, “sfoggiando” l’arte dei matrimoni combinati, ha rievocato pure il metateatro

Lo spettacolo, le cui riduzione e drammaturgia sono state affidate a Giuseppe Speciale, costituisce il penultimo appuntamento del primo Festival amatoriale, organizzato dalla regista, Deila Caruso, e patrocinato dal sindaco, Pippo Gianni. Sulla scena non c’è un avvicendarsi di attori: mentre alcuni recitano, gli altri sono seduti di spalle al pubblico, in attesa di “fare la loro parte”. Don Pasquale Minnella, uomo distinto, ma ruffiano, deve fare maritare le sorelle “Patanè” – che, ad essere generosi, non sono proprio granché. Con una differenza anagrafica di soli dieci mesi, le due sorelle benestanti si somigliano molto: baffute, contraddicono il detto che le vorrebbe “sempre piaciute”; l’andatura è sbilenca, un po’ a destra, un po’ a manca, e anche sghemba; la voce è gracchiante come quella delle cornacchie, anche se a volte somiglia al barrito di un elefante.

L’affiatamento tra le due sorelle, però, è solo una parvenza, sotto sotto, infatti, si fanno la guerra. L’una dice dell’altra che è brutta e che non ha pretendenti e messe, poi, di fronte se ne diranno di tutti i colori, uscendo unghie e denti. I due spasimanti, che ancora non conoscono i loro “bocconcini” sono: il professor Pappalardo, vedovo, che, tra diversi inconvenienti, sputa sentenze come l’uccello del malaugurio; il tenente, Bianchi, originario di Trieste, che ride ad ogni quisquilia. A completare il quadro ci sono: l’austera moglie di don Pasquale, donna Rosa, che tenta, invano, di darsi un tono con le parole, ma la lingua italiana non è cosa sua e incorre in tanti strafalcioni: “Quando vengono persone dell’aldilà di un certo livello agonistico” – dice a Irina Seminova, la domestica rumena che non ne vuole sapere di lavorare e che, con abiti succinti, si aggira per la casa ascoltando musica italiana. Ai rimproveri di donna Rosa risponde “Va bene. Io vestire da cameriera siciliana, no con culo di fuori” mentre don Pasquale, pur ordinandole un abbigliamento più consono, comunque, la difende.

La commedia, naturalmente, è a lieto fine. La bellezza – si sa – non è tutto, contano di più la gentilezza, la saggezza, l’empatia, di cui le sorelle, però, sono prive, e così sia! Ma i soldi, che non fanno la felicità, sono un richiamo irresistibile per chi non li ha. Per la compagnia “Teatro stabile nisseno” hanno recitato: Salvina Fama, Anna Polidoro, Giuseppe Speciale, Ilaria Giammusso, Antonio Stella, Raimondo Consiglio e Paola Pecoraro.

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