Aggiornato al 17/06/2025 - 22:37
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Smartphone vietati alle superiori “nemmeno per fini didattici”: il ministro Valditara firma il divieto assoluto

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Il Ministro Giuseppe Valditara firma il divieto assoluto degli smartphone nelle scuole superiori italiane

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara firma la stretta definitiva sugli smartphone nelle scuole italiane. Con una circolare ufficiale diffusa dal MIM, il divieto viene esteso anche alle scuole superiori, completando la riforma iniziata nel 2024 con elementari e medie. La misura è categorica: “vietato l’uso dei cellulari a scuola, anche per fini didattici”, salvo eccezioni specificamente normate.

Il provvedimento rappresenta il completamento di una strategia educativa iniziata nel 2024 con l’introduzione del divieto per le scuole del primo ciclo. Ora la normativa copre l’intero percorso scolastico obbligatorio e post-obbligatorio, dalle elementari fino alla maturità, creando un quadro normativo omogeneo su tutto il territorio nazionale.

La circolare ministeriale non lascia margini di interpretazione: smartphone e dispositivi mobili sono banditi dalle aule delle secondarie di secondo grado, includendo licei, istituti tecnici e professionali in tutto il Paese.

L’aspetto più rigoroso del provvedimento riguarda l’estensione del divieto anche per fini didattici. Questa specifica elimina l’ambiguità che aveva caratterizzato precedenti circolari, dove l’uso “educativo” degli smartphone poteva essere interpretato discrezionalmente dai singoli istituti.

Il Ministero chiarisce che il divieto è assoluto, con sole “eccezioni ben specificate” che saranno dettagliate in apposite linee guida per dirigenti scolastici e corpo docente.

Il provvedimento “trova solide basi” in ricerche internazionali che documentano gli effetti negativi dell’uso eccessivo degli smartphone tra gli adolescenti. Il rapporto OCSE 2024 “From decline to revival: Policies to unlock human capital and productivity” fornisce dati allarmanti: l’eccessiva esposizione a smartphone e social media è direttamente correlata a un calo nei risultati scolastici, in particolare nei test PISA.

L’analisi OCSE configura il fenomeno come una “vera e propria emergenza educativa”, fornendo al Ministero la base scientifica per una decisione così drastica.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suo rapporto 2024, documenta un “notevole incremento” dell’uso problematico dei social media tra i giovani. I sintomi descritti sono tipici della dipendenza: perdita di controllo, astinenza, trascuratezza delle attività quotidiane.

Questi elementi clinici hanno contribuito a orientare la decisione ministeriale verso una politica di prevenzione attraverso la limitazione dell’accesso durante l’orario scolastico.

L’Istituto Superiore di Sanità fornisce il dato più preoccupante per l’Italia: oltre il 25% degli adolescenti italiani fa un uso problematico dello smartphone, con ricadute documentate su sonno, concentrazione e relazioni sociali.

Questo dato nazionale ha rappresentato l’elemento decisivo per estendere il divieto alle scuole superiori, dove si concentra la fascia d’età più a rischio.

Il Ministero sottolinea che la “decisione fondata su dati scientifici preoccupanti” non rappresenta una posizione ideologica, ma una misura di sanità pubblica basata su evidenze internazionali convergenti.

La triangolazione tra dati OCSE (performance scolastiche), rapporto OMS (aspetti sanitari) e analisi ISS (situazione italiana) ha creato un quadro scientifico incontrovertibile per la decisione ministeriale.

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Il provvedimento interesserà circa 2,6 milioni di studenti delle scuole superiori italiane, modificando radicalmente le abitudini quotidiane di un’intera generazione. L’applicazione del divieto richiederà protocolli specifici per la custodia dei dispositivi e la gestione delle emergenze.

Il Ministero ha annunciato l’emanazione di linee guida dettagliate per l’implementazione del divieto, specificando le “poche eccezioni ben definite”. Si presume che queste riguardino:

  • Emergenze sanitarie e comunicazioni con le famiglie
  • Studenti con disabilità che necessitano di tecnologie assistive
  • Progetti didattici specifici autorizzati preventivamente
  • Laboratori tecnologici con dispositivi dedicati

Il provvedimento ha già scatenato reazioni contrastanti nel mondo scolastico. Mentre alcuni dirigenti applaudono la chiarezza normativa, altri esprimono preoccupazioni per l’applicazione pratica del divieto e la gestione delle relazioni con studenti e famiglie.

La decisione italiana si inserisce in un trend europeo di maggiore regolamentazione dell’uso degli smartphone a scuola. Paesi come Francia e Regno Unito hanno già implementato misure simili, posizionando l’Italia tra i Paesi più rigorosi nel controllo della tecnologia mobile nelle istituzioni educative.

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