Aggiornato al 09/05/2025 - 17:30
Testimonianza

“100 e 55”: il ricordo di Impastato e Moro nelle parole di Vincenzo Campisi del PD Siracusa

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Vincenzo Campisi, Responsabile Legalità della Federazione di Siracusa: “Due storie apparentemente distanti ma accomunate dall’aver saputo incarnare i valori costituzionali”

Il 9 maggio è una data che segna profondamente la memoria collettiva italiana. Due nomi, Peppino Impastato e Aldo Moro, due storie diverse, ma accomunate da un sacrificio che ha lasciato un’impronta indelebile nella lotta per la democrazia e la giustizia. A ricordarlo è Vincenzo Campisi, Responsabile Legalità della Segreteria PD della Federazione di Siracusa, con una dichiarazione forte e significativa.

“Il 9 maggio accomuna, tragicamente, la storia di due grandi uomini che hanno segnato (e continuano ancora oggi a segnare) la storia del nostro Paese: Peppino Impastato e Aldo Moro. Due storie che potremmo rappresentare con due numeri: 100 e 55.”

Con queste parole, Campisi richiama l’attenzione su due figure emblematiche. Peppino Impastato, assassinato dalla mafia nel 1978, e Aldo Moro, sequestrato e ucciso dalle Brigate Rosse dopo 55 giorni di prigionia nello stesso anno. Due vicende lontane nei contesti, ma unite dallo stesso ideale di libertà.

“Peppino Impastato ci ha insegnato che non si può (e non si deve) tacere di fronte a quel cancro che impedisce alla nostra collettività di crescere, un male a fronte del quale si deve levare alta la voce libera di ogni cittadino: la mafia.”

Nel ricordare i “cento passi” che separavano casa Impastato dal boss mafioso Tano Badalamenti, Campisi richiama il valore simbolico di ogni singolo passo verso una società libera e consapevole.

“Ogni piccolo passo in avanti è un passo verso un futuro migliore.”

Allo stesso tempo, il riferimento ad Aldo Moro è un richiamo alla forza del dialogo politico in tempi di tensione e conflitto:

“Aldo Moro rappresenta la figura dell’uomo politico che immola la propria vita contro la violenza politica e la mancanza di dialogo.”

Per Campisi, Moro e Impastato sono due volti diversi dello stesso impegno:

“Due storie apparentemente distanti e, tuttavia, accomunate dall’aver saputo incarnare i valori costituzionali della partecipazione al progresso ‘materiale e spirituale della società’.”

Un appello diretto anche al presente, alla luce dei nuovi metodi della criminalità organizzata, capaci di mimetizzarsi e infiltrarsi nell’economia legale:

“Occorre, oggi più che mai, non abbassare lo sguardo e non girarsi dall’altra parte di fronte ad una criminalità, come di recente ci ha raccontato la Commissione antimafia, che si è fatta furba investendo i proventi del malaffare in attività apparentemente ‘sane’ e che troppo spesso trova un ignavo consenso in una parte della società colpevolmente silenziosa.”

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