Aggiornato al 12/04/2025 - 09:19
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Rinascita

Pachino, La chiesetta di Marzamemi apre dopo 80 anni: oggi le prime visite

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L’iconico edificio in piazza Regina Margherita, restaurato con fondi regionali, sarà visitabile nei fine settimana grazie alla collaborazione tra Comune di Pachino e associazioni locali

Il simbolo di Marzamemi dopo 80 anni svelerà finalmente i suoi segreti. Il portone dell’iconica chiesetta di San Francesco di Paola, sconsacrata e da 18 anni di proprietà della Regione (Assessorato ai Beni culturali e all’Identità siciliana), da oggi si schiuderà per svelare i propri segreti ai visitatori. La struttura a marzo è stata consegnata al Comune di Pachino e nei fine settimana gli uffici comunali si avvarranno della collaborazione di alcune associazioni del territorio per garantire l’apertura. «Un traguardo importante – ha dichiarato l’assessore comunale alla Cultura, Salvatore Lorefice.- per tutto il territorio. Si tratta di un bene che fa parte della storia della nostra comunità».

La chiesetta, situata in piazza Regina Margherita, il cuore del borgo marinaro pachinese, è uno degli edifici più instagrammati d’Italia. Costruita assieme al complesso della vecchia tonnara di Marzamemi, nel 1700, era una cappella di proprietà della famiglia Bonaccorsi di Villadorata. Ospitava le funzioni religiose: messe, matrimoni, funerali e celebrazioni fino agli anni ’40, quando è stata costruita la nuova chiesa di San Francesco di Paola, esattamente dall’altro lato della piazza. La vecchia chiesetta, così, è stata sconsacrata e abbandonata a se stessa per quasi 80 anni. Per un periodo è anche stata adibita a pollaio. Dopo i lavori di riqualificazione del centro storico del borgo di Marzamemi, nel 2007, è stata acquisita al patrimonio regionale.

Era insiracusapress.it pessime condizioni e rischiava persino di crollare. Nel 2019 finalmente sono iniziati i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza, costati 460 mila euro dai fondi del Patto per la Sicilia. Sarebbero dovuti durare 6 mesi ma il termine fine è stato scritto a distanza di più di due anni all’apertura del cantiere, nel 2021. L’intervento ha previsto il restauro della struttura e della facciata principale, la ricostruzione del tetto, la pavimentazione e il consolidamento. Non sono mancate le polemiche al termine dei lavori, per via della colorazione della facciata secondo alcuni tecnici inadeguata, per la sostituzione del portone (che era un falso storico, scenografia rimasta dal set di un film). Tutto, però, è stato superato per raggiungere l’obiettivo più importante dell’apertura.

Ma ha dovuto attendere ulteriori 4 anni, dalla fine dei lavori, per diventare quel piccolo museo dei reperti di archeologia subacquea a cui è destinata. O meglio, il museo è già stato allestito da tempo: la ricostruzione del relitto “Marzamemi II”, ovvero la ricostruzione di una porzione della ciglia di una nave con capitelli e colonne originali, ripescati dai fondali marini. La struttura è anche provvista di circuito di video sorveglianza, ma i fatti raccontano che è mancata la volontà di aprirla a chi ne ha avuto il potere di farlo. Negli ultimi due anni, nel 2023 e nel 2024, l’organizzazione del Marzamemi Book Fest, un festival letterario che si svolge da 5 edizioni nel borgo marinaro, ha provato ad intavolare un dialogo con la Soprintendenza e le amministrazioni comunali che si sono susseguite, per utilizzarla, ma non c’è stato verso. Da pochi giorni è arrivata la lieta notizia: finalmente l’amministrazione comunale di Pachino ha regolarizzato l’iter burocratico per la gestione del bene.

«Al momento – ha detto Lorefice – abbiamo coinvolto la Pro Loco Marzamemi ma estenderemo alle altre associazioni». Sarà possibile visitarla sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

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