Aggiornato al 14/04/2025 - 10:26
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Virtuosismo

Avola: “Di danza in danza”, quella musica che dà baldanza

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Da Grieg a Gershwin, passando per Brahms e Piazzolla: un viaggio musicale tra i capolavori classici dal ritmo danzante dell’800 e del ‘900

Il  concerto “Di danza in danza”, eseguito da ArmoniEnsemble  Piano Trio, al teatro Garibaldi di Avola(direttore artistico Tatiana Alescio), nel “rievocare” i capolavori classici   dal ritmo danzante, concepiti tra   l’800 e il ‘900,  ha  cadenzato  i battiti  del  cuore e acceso il buon umore. L’esibizione  del talentuoso trio – composto da Palma Di Gaetano  al flauto, Giordano Muolo al clarinetto e Danilo Panico al pianoforte – è stata preceduta da una performance al pianoforte   di Ilya Messina (annunciata dal maestro, Giuseppe Campisi), vincitore del primo premio al  secondo concorso musicale nazionale “Città di Avola”.

Ha preso, così, il via il concerto del Trio che ha intonato, innanzitutto, due delle  quattro danze norvegesi in cui  Edvard Grieg, inserì talune melodie popolari che echeggiavano soprattutto in montagna. L’andatura, sostenuta sia all’inizio che  alla fine,  ha rallentato  nella parte centrale, in una superba miscellanea  di chiaro-scuri con cui il più grande compositore norvegese amava giocare. Una musica molto  cadenzata che  non ha perso il suo tratto  neppure  con la danza macabra di Saint Saens, ambientata al cimitero, dove a suonare il violino è proprio la morte,  e che, nella   versione originale, prevedeva anche  la riproduzione – compresi gli scricchiolii delle ossa –  dei passi dei defunti con l’ausilio di un  contrabbasso. Il trio, applaudito calorosamente dal pubblico, si è addentrato, dunque, tra le  doti virtuosistiche di Branhms, le cui composizioni “suonavano” come degli adattamenti delle musiche zigane,  di cui sono imbevute, e con le quali inizialmente venivano scambiate. Un carosello che ha coinvolto una  stelle del firmamento musicale,    Gershwin, – considerato   l’iniziatore del musical statunitense – ,  e che ha omaggiato ancghe l’Italia, culla di molti  geni, con un chiaro riferimento a  Gioacchino Rossini e alla sua   tarantella napoletana  trascritta dal maestro, Danilo Panico.

Il concerto, dunque, è proseguito con: “Rapsodia in blu” una delle più famose composizioni musicali di George Gershwin; un brano dai toni sommessi  di Astor Piazzolla; nonché con le colonne sonore dei film di Federico Fellini, composte a suo tempo da Nino Rota,  ed il cui adattamento,  in barba alle  suggestioni oniriche e  visionarie, ha dato  comunque una sferzata alla nostalgia

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