Parole di cordoglio unite a nette prese di posizione sulla necessità di fare di più per la sicurezza sul posto di lavoro
A ridosso della Giornata mondiale sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro e il giorni dopo la festa dei lavoratori, un cantiere si sporca di sangue. Sulla morte dell’operaio edile di 59 anni a Floridia, intervengono i segretari provinciali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil – rispettivamente Eleonora Barbagallo, Nunzio Turrisi e Severina Corallo – i quali esprimono il loro cordoglio alla famiglia ma soprattutto chiedono che la sicurezza sia posta al primo posto. “E’ una priorità assoluta che non può essere bypassata – affermano i tre sindacalisti – I controlli non sono sufficienti, l’ispettorato del lavoro è sottodimensionato: ci vuole una sinergia maggiore tra le istituzioni. La sicurezza non è un costo né tantomeno un lusso, è un dovere cui corrisponde il diritto inalienabile di ogni persona. Ricordiamo le parole del presidente Mattarella “ Occorre un impegno corale di istituzioni, sindacati, lavoratori (con l’indispensabile adeguata formazione) affinché si diffonda una vera cultura della prevenzione”. I numeri relativi agli infortuni sul lavoro sono sconfortanti: nel 2023 sono stati più di 1.500 e in questi primi quattro mesi del 2024 siano già a oltre 350. Non è più accettabile che nei cantieri – proseguono Barbagallo, Turrisi e Corallo – ci siano lavoratori non correttamente inquadrati con il Ccnl di riferimento non solo per evitare che ci siano elusioni delle norme e delle regole ma anche per dare agli operai gli strumenti necessari per conoscere i loro diritti, specie in merito alla sicurezza. E per quanto riguarda la patente a punti da parte del Governo, è un’idea che però non è sufficiente per arginare il fiume di sangue e che pertanto va modificata per tutti i settori, colpendo veramente chi causa infortuni, senza prevedere scappatoie”. Corallo, Turrisi e Barbagallo infine, come componenti di Asso RLST (Associazione di rappresentanza dei lavoratori per sicurezza territoriale) chiedono sostegno sia economico che politico anche all’Ance, l’associazione dei costruttori edili.
Sulla tragedia di Floridia interviene anche il segretario generale delle Cgil di Siracusa Roberto Alosi
“Il lavoro serve per vivere e non per morire. Le morti sul lavoro sono una strage e i dati più recenti non confortanti: morire sul lavoro non è un destino, si può e si deve evitare. In questi ultimi anni si è svalorizzato il lavoro, per quanto sia un diritto sancito dalla Costituzione e quindi dovrebbe essere tutelato , sicuro.
Chi perde la vita sul lavoro è vittima inconsapevole di un sistema viziato e che va urgentemente cambiato; due gli aspetti fondamentali da modificare: le leggi sbagliate e un sistema legislativo che ha implementato il precariato (uno dei fronti su cui si segnalano maggiormente infortuni e incidenti).
Col nuovo sistema degli appalti, si è sdoganata la filiera interminabile di appalti e subappalti di vario genere, così come l’interposizione di manodopera o i lavoratori somministrati: è una catena che va interrotta immediatamente, anche da punto di vista giuridico. Un appaltatore che possa procedere nell’attività attraverso una serie di subappalti e non risponderne rispetto ai controlli su salute e sicurezza, è uno dei temi su cui chiediamo a questo Governo di intervenire e di invertirne la rotta.
E’ l’attuale sistema tema produttivo e imprenditoriale che non va bene: l’idea che una concorrenza fra imprese deve avvenire attraverso la compressione dei costi, scarica sui lavoratori il rischio della sicurezza, ma la sicurezza sul lavoro non può essere un costo, non può essere un orpello: è un investimento ed è l’elemento che qualifica il lavoro.
Urge implementare l’ attività preventiva e di formazione, ma anche quella ispettiva. Nella lotta alla violazione delle norme sulla sicurezza, la Cgil ha proposto un Durc che non guardi solo alla regolarità contributiva ma che contempli anche il rispetto della sicurezza e quindi prevedere che il rilascio di tale documento sia concesso, ad esempio, ad aziende la cui attività da almeno 5 anni non sia stata segnata da infortuni gravi o incidenti mortali escludendo così dagli appalti pubblici quelle aziende che hanno dimostrato illegalità, irresponsabilità, incapacità di reggere le disposizioni in merito alla sicurezza. E quanto per la Cgil il tema della sicurezza sul lavoro sia essenziale, lo dimostra anche l’attuale referendum di cui uno dei quattro punti riguarda proprio questo delicato tema.”
Parla invece di una strage che continua a proposito dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro la Segreteria Territoriale Ugl
“A ridosso del primo maggio, ci troviamo a dover prendere atto di ulteriori tre tragedie sul lavoro, di cui due a Napoli ed uno nella nostra provincia (Floridia).
Un operaio di 57 anni, a Lettere, nel Napoletano ha perso la vita precipitando dal terzo piano di un palazzo attorno al quale era in allestimento un cantiere edile. Quasi nello stesso momento un operaio 60enne sarebbe morto presso un cantiere, in viale dei Tigli, nel pomeriggio della stessa giornata si consumava un’altra tragedia sul lavoro a Floridia, dove ha perso la vita un operaio di 60 anni cadendo da una tettoia.
La UGL si unisce al dolore delle famiglie e rinnova a gran voce la necessità di interrompere questo turbinio di tragedie che colpisce il nostro Paese.
La sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, qualsiasi sia il settore lavorativo deve essere priorità assoluta per tutti noi. Nonostante i vari appelli, sia del Presidente della Repubblica Italiana che da parte delle OO.SS., rimangono inascoltate da parte del governo che con dichiarazione recepiscono la necessità di rivedere le leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma ad oggi nessun provvedimento è stato messo in atto. La vita dei lavoratori e delle lavoratrici “Non è una merce, non possiamo accettare stillicidio morti”, “Il lavoro è legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità, alla sua dimensione sociale, al contributo che ciascuno può e deve dare alla partecipazione alla vita della società. Purtroppo constatiamo che quando si verificano queste tragedie sia i mass-media, ma soprattutto la classe politica, il giorno seguente si dimentica totalmente delle dichiarazioni in precedenza rilasciate e tutto resta invariato o addirittura peggio di prima. La prevenzione e la valutazione dei rischi che ne derivano dai lavori che stanno espletando deve essere alla base di tutto questo è il ruolo dei preposti alla sicurezza del cantiere.
Nella Regione Sicilia, nonostante varie richieste da parte delle O.O. S.S. e appelli lanciati per incrementare gli organici degli ispettori del lavoro e della S.PRE.S.A.L., non vengono banditi nuovi concorsi.
Chi dovrà fare i controlli? Chi ha responsabilità se mancano gli organici?”
Invoca azioni concrete Anmil Siracusa che in una nota rinnova il suo impegno per la sicurezza nei luoghi di lavoro
“L’ANMIL di Siracusa si stringe alla famiglia del lavoratore che ieri ha perso la vita in un incidente in un cantiere, l’ennesima tragedia che poteva essere evitata e che va ad allungare l’inaccettabile lista di morti sul lavoro”. Così il Presidente dell’ANMIL di Siracusa, Matteo La Spina, all’indomani del grave incidente che ha coinvolto un operaio di 59 anni, caduto dal tetto di un edificio a cui stava lavorando a Floridia, nel Siracusano. “Siamo pienamente partecipi al dolore dei suoi familiari, ai quali già da ora l’ANMIL offre la sua vicinanza e disponibilità, affinché siano loro riconosciute tutte le prestazioni a cui hanno diritto da parte dell’INAIL, anche se nulla potrà mai compensare tale perdita”.
Cordoglio espresso anche da Giorgia Lauretta, componente del Comitato Esecutivo ANMIL e vedova di un caduto sul lavoro, anche lui di Siracusa, la quale ha dichiarato in proposito: “Sono vicina alla famiglia, di cui ben conosco la sofferenza di questi momenti, essendo io stessa vedova da molti anni ed ho dovuto crescere da sola due figli con tante difficoltà, sia morali che materiali, perché manca un vero sostegno alle vedove”. “È indispensabile, inoltre, un efficace supporto sia psicologico che all’occupazione, affinché questi eventi, già drammatici, non diventino un insostenibile macigno nella vita di intere famiglie. Grazie ad ANMIL ho potuto contare su un grande aiuto e per questo da oltre vent’anni ho voluto mettermi a mia volta a disposizione di chi ha avuto la mia stessa esperienza con un volontariato attivo all’interno dell’Associazione”.
“L’ANMIL continuerà a battersi per la sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso le Testimonianze delle vittime, soprattutto verso i giovani che dobbiamo educare alla prevenzione affinché queste tragedie non accadano più – dichiarano i due rappresentanti dell’Associazione – e alle Istituzioni del nostro territorio chiediamo di passare ad una più concreta informazione e formazione dei lavoratori su questi temi che fermi questa ingiusta e assurda strage sul lavoro”.