Il Petrolchimico di Priolo è al centro di una crescente preoccupazione sindacale
Dopo il recente annuncio di un “piano di trasformazione” presentato da ENI il 24 ottobre, che mette a rischio la continuità occupazionale, Fiom-Cgil lancia l’allarme sui 10.000 posti di lavoro in pericolo e su una crisi industriale che interessa l’intera area. Come accaduto a Gela nel 2018, ENI ha esposto la retorica dei “due tempi” – prima la chiusura degli impianti, poi eventuali investimenti – sollevando dubbi sulla solidità del sistema industriale e lasciando i lavoratori in condizioni di incertezza.
Le difficoltà del Petrolchimico, dove gli impianti di vari player risultano interconnessi, sono aggravate dall’annunciato stop dell’impianto Etilene e dalla chiusura degli impianti strategici di Isab Goi e Sasol. A questo si aggiunge la questione ancora aperta dell’IAS, che rischia di creare una vera e propria “tempesta perfetta” per il sistema industriale dell’area.
Per Fiom-Cgil, le condizioni di precarietà dei lavoratori, spesso trasformati in “avventizi” a rischio di disoccupazione, rappresentano una conseguenza diretta della politica di ristrutturazione condotta senza adeguati investimenti. Il sindacato denuncia la vendita di parti strategiche del patrimonio industriale, come Erg Power e Lukoil, a holding finanziarie, la riduzione sistematica della manutenzione e l’assenza di una visione di riconversione e riqualificazione dell’area.
Fiom-Cgil chiede un intervento pubblico che definisca chiaramente settori strategici, obiettivi, tempi e coperture finanziarie, per sostenere una transizione industriale che coinvolga tanto il pubblico quanto il privato. Di fronte all’inazione del Governo e alla preoccupante assenza di politiche industriali, Fiom-Cgil ha annunciato una mobilitazione generale dei lavoratori per il 12 novembre, chiedendo l’istituzione di un tavolo nazionale sul Petrolchimico di Priolo per affrontare la crisi in modo concreto e dare un futuro a un territorio che non può più permettersi un impoverimento economico e sociale.