Aggiornato al 21/05/2025 - 17:44
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Porto Grande, acqua marrone e sospetti: la Procura attiva Arpa e Capitaneria

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Precedenti analisi, seppur non ufficiali, rivelarono la presenza di batteri fecali nelle acque del porto

Torna l’incubo dell‘acqua marrone nel Porto Grande di Siracusa. Da alcuni giorni, cittadini, turisti e operatori marittimi segnalano con preoccupazione una vasta chiazza di colore anomalo, tendente al bruno-rossastro, che si estende in diverse zone dello specchio acqueo, inclusa l’area del porticciolo e quella in prossimità dei ponti che collegano Ortigia alla terraferma. Un fenomeno vistoso che ha immediatamente riacceso i riflettori sulla salute del nostro mare.

Di fronte alla persistenza e all’ampiezza del fenomeno, la Procura della Repubblica di Siracusa ha attivato l’Arpa Sicilia (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) e la Capitaneria di Porto. Ieri, tecnici dell’Arpa, in collaborazione con i militari della Guardia Costiera, hanno effettuato un secondo campionamento mirato delle acque. Un primo prelievo era già stato eseguito circa tre settimane fa lungo la costa, ma la nuova segnalazione, considerata l’estensione della colorazione anomala, ha richiesto un intervento più approfondito. I risultati delle analisi di laboratorio sono attesi entro la fine della settimana e saranno cruciali per comprendere l’origine del problema.

Al momento, le ipotesi sul tavolo restano principalmente due. La prima, e forse la più temuta, è quella di uno sversamento illecito di liquami o altre sostanze inquinanti. La seconda, invece, riconduce il fenomeno a cause naturali, ovvero a un bloom algale, una fioritura anomala e massiccia di microalghe. Questo fenomeno, seppur naturale e ricorrente in questo periodo dell’anno a causa dell’aumento delle temperature e dell’apporto di nutrienti, desta comunque attenzione per la sua intensità e colorazione.

A gettare un’ombra sulla vicenda contribuisce un precedente non trascurabile. Nelle scorse settimane, l’architetto Giuseppe Patti, membro dell’area ambientalista del Partito Democratico di Siracusa, insospettito dalla persistente torbidità delle acque del porto, aveva commissionato a sue spese delle analisi su un campione prelevato. I risultati di quei test, chiaramente non ufficiali,  avevano tuttavia rivelato la presenza di batteri fecali, un chiaro indicatore di contaminazione di origine umana.

Se le nuove analisi dell’Arpa dovessero confermare la presenza di inquinanti come l’escherichia coli, si rafforzerebbe l’ipotesi dello sversamento e spetterebbe agli inquirenti individuare la fonte e le eventuali responsabilità. Qualora, invece, si trattasse “solo” di un imponente fenomeno algale, non resterebbe che attendere il suo naturale decorso, con la speranza che il mare del Porto Grande possa tornare presto a mostrare i suoi colori più limpidi. Resta alta l’attenzione della cittadinanza e delle autorità competenti su una questione ambientale di primaria importanza per Siracusa.

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