Aggiornato al 20/05/2025 - 12:17
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Superare i divari

Sanità, l’allarme di Sorbello (Osservatorio Civico): Siracusa al 104° posto per speranza di vita

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«Inaccettabili i divari nei sistemi sanitari regionali. In Sicilia non garantiti i livelli essenziali di assistenza»

Siracusa è al 104° posto in Italia per speranza di vita alla nascita, con una media di 81,6 anni, tra le più basse del Paese. A evidenziare il problema è Salvo Sorbello, presidente dell’Osservatorio Civico e del comitato consultivo aziendale dell’Asp di Siracusa, rilanciando l’appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha chiesto «una strategia unitaria e la collaborazione tra le istituzioni per superare gli intollerabili divari tra i diversi sistemi sanitari regionali».

Sorbello commenta: «Parole chiare, inequivocabili, e ricordiamo a tal proposito come in Sicilia non siano garantiti ai cittadini i livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea), le prestazioni e i servizi sanitari che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a garantire a tutti i cittadini».

Secondo i dati riportati, la regione Sicilia non raggiunge la sufficienza (60) nei principali ambiti sanitari: 46,55 nell’area della prevenzione, 50,45 in quella distrettuale e 69,11 nell’area ospedaliera.

«Fino a quando sarà accettabile che in Italia, a seconda della fortuna di dove si nasce, vi sia una aspettativa di vita che può arrivare a quasi quattro anni di differenza? Se nasci a Siracusa hai una speranza di vita di 81,6 anni, di gran lunga inferiore rispetto a realtà come Firenze (84,7 anni), Milano (84,4), Roma (83,7), per non parlare degli 85 anni di Trento e di Bolzano», continua Sorbello.

Sul fronte della prevenzione, Sorbello si allinea alla posizione del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sottolineando come la prevenzione e la promozione della salute siano elementi centrali per ridurre l’incidenza delle malattie e garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Allo stesso tempo, evidenzia una duplice criticità: da un lato, molti cittadini si trovano in lista d’attesa per esami diagnostici che non sempre risultano appropriati; dall’altro, si registra una bassa adesione ai programmi di screening organizzati, compromettendo così le possibilità di diagnosi precoce e interventi tempestivi.

In quest’ottica, il presidente dell’Osservatorio Civico sottolinea l’urgenza di migliorare l’informazione e il coinvolgimento della cittadinanza: «Siamo pienamente disponibili a sostenere lo sforzo organizzativo per far sì che cresca la adesione agli screening: servono maggiori informazioni, strategie di comunicazione efficaci e coinvolgimento attivo dei cittadini. Perché aderire agli screening organizzati significa diagnosi precoce, trattamento tempestivo delle lesioni pre-cancerose, un numero maggiore di guarigioni definitive, meno sofferenze per i pazienti, costi minori per il SSN e, soprattutto, meno decessi per tumore».

Infine, Sorbello lancia un appello per colmare le carenze strutturali e territoriali: «L’obiettivo deve quindi essere quello di riavvicinare la sanità ai cittadini e al territorio, fornendo risposte adeguate in termini di assistenza e cure. Per evitare che nei prossimi anni la longevità nostra e delle future generazioni si riduca drasticamente, occorre incrementare la spesa per la sanità, tenendo conto soprattutto dei livelli di deprivazione e dei bisogni di cura delle regioni meridionali e della Sicilia in particolare. Non dimenticando mai che Siracusa continua a rimanere l’unico capoluogo siciliano che dispone di un ospedale risalente a più di 70 anni fa».

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