Piazza Umberto I gremita per l’iniziativa promossa dalla CGIL di Siracusa. Cinque i quesiti referendari lanciati dal sindacato in vista del voto dell’8 e 9 giugno
Si è tenuta in una gremita piazza Umberto I la manifestazione pubblica organizzata dalla CGIL di Siracusa per commemorare il 55° anniversario dello Statuto dei Lavoratori, la Legge 300 del 1970. L’iniziativa si è svolta proprio nel luogo dove, il 2 dicembre 1968, furono uccisi i braccianti Angelo Sigona e Giuseppe Scibilia durante una manifestazione per il lavoro e la dignità.
Per CGIL Siracusa, “da quella tragedia nacque una spinta di cambiamento che, due anni dopo, portò all’approvazione dello Statuto dei Lavoratori.” L’iniziativa, definita dal sindacato come un appuntamento simbolico e profondamente attuale, si è svolta in un clima di partecipazione diffusa, con la presenza di cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori, giovani, studenti e pensionati.
A introdurre l’evento è stato il Segretario Generale della CGIL di Siracusa, Roberto Alosi, che ha dichiarato: “Difendere oggi lo Statuto dei Lavoratori significa difendere la libertà e la democrazia in un tempo in cui il lavoro è sempre più povero, precario e sfruttato.”
Sul palco si sono alternati diversi interventi: la presidente della sezione ANPI di Avola, un rappresentante della Diocesi di Noto, una giovane immigrata in attesa di cittadinanza, una studentessa del territorio e un giovane lavoratore precario. Secondo quanto riportato dalla CGIL, “voci diverse ma unite da una comune esigenza di giustizia, di diritti e di futuro.”
A concludere la manifestazione è stato il Segretario Generale della CGIL nazionale, Maurizio Landini, che ha rilanciato con forza le ragioni della campagna referendaria promossa dal sindacato in vista del voto dell’8 e 9 giugno:
“Il voto del referendum dell’8 e 9 giugno è un voto per cambiare, è un voto che permette di migliorare i diritti di chi lavora e i diritti di cittadinanza, per dare un futuro a questo Paese. Non si vota per questo o quel partito, ma per poter cambiare la situazione. Per un giorno siete voi in Parlamento e cambiate le leggi per aumentare i diritti delle persone.”
Dal palco è stato inoltre ribadito che i cinque quesiti referendari puntano a “restituire dignità al lavoro, cancellare le forme di sfruttamento legalizzato e affermare il diritto di cittadinanza per chi vive e lavora in Italia.”
Nel messaggio diffuso dalla CGIL si sottolinea che “da Avola, oggi come allora, può ripartire una nuova primavera dei diritti.” La giornata si è chiusa con uno slogan condiviso tra i partecipanti: “Io voto. Io lotto. Io non mi arrendo.”