Aggiornato al 22/07/2021 - 14:24
copertina milanisa siracusapress

Le diverse abitudini e le opposte fisime balneari di polentoni e terroni

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Il milanese “al mare, ci va”. Il siciliano a mare “ci scende”. Il milanese a mare ci va da solo, al massimo con la tipa. Il siciliano a mare ci scende con i picciriddi

[/vc_column_text][vc_text_separator title=”di Federica Capodicasa”][vc_column_text]Fonte di enorme ispirazione per questa rubrica, sono sicuramente i quotidiani incocci con vari esemplari di genti che, naturalmente, si tramutano ai miei occhi in archetipi propizi, dai quali, evidentemente, non posso prescindere nella la stesura delle mie considerazioni tra i rivali di una vita: terroni e polentoni.

La stagione è propizia e favorevole, perché sicuramente il prototipo del vacanziero di qualsivoglia profilo, lignaggio e provenienza geografica, è e sempre sarà, estremamente succulento dal punto di vista descrittivo e organizzativo.

Nel corso delle mie estati, ho frequentato luoghi cari sia al vacanziero milanese che a quello siciliano, inutile dire che l’approccio al tipico concetto di giornata estiva è completamente dissimile.

Partiamo dal presupposto che il milanese “al mare, ci va”.

Per il milanese, nell’idea stessa dell’andare, sono custoditi una serie di interrogativi di estrema importanza, che proverò a illustrare.

Innanzi tutto, dove va? Solitamente Milano predilige locare le sue succursali in zone balneari piuttosto note come, per esempio, la cugina Marittima, Santa (Margherita Ligure), Il Forte (dei Marmi) o la Costa Smeralda.

milanesi al mare siracusapressCome ci va? Il milanese predilige spiagge opportunamente attrezzate e presta sempre molta attenzione all’outfit marittimo. L’uomo solitamente usa indossare camicie di lino cifrate con le maniche arrotolate sotto i gomiti, bermudino raffinatamente calzato sopra il ginocchio, mocassino scamosciato e panama Borsalino.

Non è dato sapere se, sotto tutto sto ambaradan, indossi anche un costume da bagno.

In qualche raro caso, lo vediamo corredato di borsello contenente portafoglio, sigaretta elettronica e smartphone di ultima generazione.

La donna, invece, giunge solitamente in spiaggia adornata di un perfetto trucco smokey, copricostume vedo-non vedo per ostentare il lavoro invernale del personal trainer, espadrillas, occhialata alla Sandra Mondaini, cappellone di paglia e borsa da mare contenente la linea completa dei solari viso e corpo.

Quando ci va? Si sveglia di buon’ora, il milanese, più che altro per non incrociare la marmaglia.

Per quanto tempo ci va? Ovviamente fino all’ora di pranzo e non oltre, in rari casi si concede un prosecchino verso mezzogiorno.

Con chi ci va? Solo! Al massimo con la tipa (o il tipo).

Perché ci va? Ma per fare un po’ di gossiping, naturalmente!

In tutto ciò, il milanese si concede, forse, solo un puccio rapido rapido.

gelato e brioche siracusapress

Il siciliano, invece, “ammare, ci scende”. E l’uso di questo verbo rende appieno l’idea, perché il siculo, effettivamente verso il mare, si cala, proprio.

Innanzi tutto, non è particolarmente mattiniero perché, generalmente, dopo essersi addubbato di granita e brioche, deve necessariamente attendere la fine del lungo processo digestivo durante il quale, solitamente, pensa a organizzare la discesa, operazione che consiste nella raccolta di tutta l’energia necessaria alla sua sopravvivenza, psichica e fisica.
Dopo aver radunato i picciriddi, ché ce ne sono sempre assai, aver approntato le borse, quella da mare, quella frigo e quella dei giochi, aver radunato per la seconda volta i picciriddi, aver gonfiato il materassino, aver radunato per la terza volta i picciriddi e, infine, aver caricato la macchina, compresi i picciriddi, è pronto per il mare.

bimbi in spiaggia siracuscapress

Il siculo, quando scende ammare, non presta molta attenzione a come è vestito, perché una volta slegati i pargoli, senza perdere tempo, si butta in acqua. Sì, si fa il bagno, il siculo, anzi se ne fa parecchi perché la canicola estiva non può trattenerlo a lungo fuori dall’acqua.

Il prosecco se lo beve tra un tuffo e l’altro con i vicini di scoglio o di ombrellone, accompagnandosi con un sottofondo di chiacchiere leggere e di sorrisi distesi.

Se torna a pranzo, è solo per le cotolette della nonna, altrimenti si accontenta di un’insalatona o di un panino. Sfatiamo una volta per tutte il falso mito della pasta ‘ncasciata e della caponata a bordo bagnasciuga.

Due modi diversi di vivere il mare, due mondi diversi, ma un unico concetto di appartenenza, ben saldo in entrambe le coscienze.

Non esiste un modo valido e uno errato.
Nel primo caso, è la calma, nel secondo, la frenesia.
Netta l’opposizione con le due mentalità nel quotidiano.
E se fosse proprio il mood vacanziero a svelare la vera natura dell’uomo?[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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