Solarino, la zona rossa e la guerra sui social

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di Emiliano Colomasi

Succede che dato il numero di contagi, il comune di Solarino, con decreto del Presidente della Regione, viene posto in zona rossa. Immediatamente, il sindaco Sebastiano Scorpo, attraverso una serie di dirette social sui canali istituzionali, informa i cittadini di quanto avvenuto e con calma tibetana, si prodiga in spiegazioni e indicazioni sulle nuove regole da seguire: attività commerciali, ristoranti, scuole, spostamenti, nulla è tralasciato. Per rendere la cosa ancora più chiara e dipanare le ombre del sospetto in alcuni concittadini, arriva a fare di conto e svolge, passo dopo passo, le operazioni matematiche che hanno generato il coefficiente responsabile di questa stretta: prendiamo questo numero, moltiplichiamolo per l’altro, dividiamo per quello e otterremo il risultato. Una cosa che neanche il maestro Manzi con “Non è mai troppo tardi” sul primo canale, nel 1958. Tutto molto lineare, senonché il popolo social non l’ha presa benissimo ed è cominciato il solito turbinio di offese, oscenità, teorie strampalate, complotti e bestialità assortite. Gli utenti che commentano le dirette del sindaco Scorpo sono divisi in due schieramenti che si fronteggiano come italiani e austriaci sul Piave.

Ormai è una cosa molto comune, non c’è argomento, non c’è situazione che non provochi, una volta data in pasto ai social network, rigurgiti di rozzezza e di violenza verbale. Siamo tutti scoraggiati e quasi assuefatti a questa prassi tanto che molti, proprio per non doversi trovare nella spiacevole situazione di dover rispondere, argomentare, obiettare o semplicemente confrontarsi, preferiscono astenersi, lasciando di fatto il campo a questi barbari.

Leggendo i lunghi thread delle dirette del sindaco Scorpo invece, il paradigma sembra rivoltato, un “upside down” tipo Stranger Things ma con “bene” e “male” capovolti. 

Sono tanti gli utenti che rispondono colpo su colpo alle ingiurie, alle accuse immotivate, agli insulti e alle notizie destituite di qualsiasi fondamento. È una guerra di logoramento: da una parte i cosiddetti haters che vomitano insulti e distribuiscono responsabilità – il Sindaco ha dichiarato che procederà a denunciare uno ad uno gli utenti che sono andati ben oltre le critiche, sconfinando nella calunnia e nella diffamazione  – dall’altra una vera e propria resistenza che argomenta con spirito critico e buon senso.

Una cosa a tratti commovente. Ne viene fuori una lettura intrigante di uno spaccato della nostra società. Tra tanti spiccano i commenti di Salvo, una sorta di novello Ferruccio Parri che non ne lascia passare una, informa, sensibilizza, confuta, chiede spiegazioni, ma sempre con un garbo e con un’ironia sottile fino a quando, dal nulla, non si materializza un utente che cita l’art. 16 della Costituzione: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”. Ne scaturisce un dialogo surreale che nemmeno Kurt Vonnegut in Mattatoio n.5.

Una cosa che a leggerla così, d’un fiato, ti si parano davanti i volti mortificati dei padri costituenti. Alla fine a nulla vale il rigore logico di Salvo, il nostro comandante è costretto a cedere: “Va bene – scrive con le ultime energie – mi hai preso per sfinimento. Buona Pasqua”.

Dall’altro lato, nemmeno l’onore delle armi. Ma non importa, la battaglia è stata persa ma combattuta con onore. E io me lo sono immaginato il comandante Salvo, dopo due ore di guerriglia semantica, con mitragliate di lettere sulla tastiera del pc, le imboscate dei congiuntivi, il fuoco di sbarramento dei complottisti ed i rastrellamenti dei No Vax. L’ho immaginato spegnere tutto, prendere fiato, tornare dalla sua famiglia e mangiarsi un pezzetto di uovo di pasqua, mentre in sottofondo, la musichetta di Topolino, come in Full Metal Jacket di Stanley Kubrick e una voce fuoricampo dice: “Per oggi abbiamo scolpito abbastanza i nostri nomi nelle pagine della storia. Sono contento di essere vivo. Certo, vivo in un mondo di merda, ma sono vivo. E non ho più paura”. 

A suggellare il tutto, il commento dall’Australia di Carmelo, che nemmeno un bravo sceneggiatore di Hollywood avrebbe saputo piazzare lì. Dice: “praying for a quick recovery for everyone in our little town. God Bless and stay safe”.

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