[vc_row][vc_column][vc_text_separator title=”Rubrica a cura dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Siracusa”][vc_column_text]
Udienze tributarie alla ricerca dell’oralità perduta
La situazione è diventata insostenibile.
Il mondo cerca in tutti i modi di riprendere, seppur con le dovute cautele, la vita normale aprendo le porte di scuole, università, metropolitane, treni, aerei, autobus, ristoranti, cinema, teatri, palestre, uffici pubblici e privati, negozi, fiere; nel contempo nelle aule dei Tribunali si celebrano udienze civili e penali in presenza o, laddove le esigenze logistiche non lo consentono, in videoconferenza.
In tale contesto di volenterosa ripresa, molte Commissioni Tributarie – e tra quelle sia la Provinciale di Siracusa che la Sezione Staccata della Regionale – sono rimaste invece bunker inaccessibili.
Da quando è esplosa la pandemia – oltre un anno e mezzo ormai – ai difensori non è stato più consentito l’accesso alle aule di giustizia tributaria. La circostanza è ovviamente comprensibile ed è stata ragionevolmente accettata da contribuenti e difensori nel corso dell’emergenza epidemiologica.
Per quanto la legge preveda da tempo – ancor prima del Covid – la possibilità di tenere le udienze da remoto, in alcune regioni italiane tale modalità non è stata attivata nemmeno in questo periodo pandemico.
Sulle ragioni non è dato avere chiarezza: carenza di risorse economiche e tecnologiche come si legge in alcune pronunce o mancanza di concreta volontà di qualcuno?
Il processo tributario telematico consente da tempo la consultazione da remoto dei fascicoli; per i vecchi giudizi cartacei, le segreterie delle commissioni tributarie hanno fornito un importante supporto, trasmettendo via mail gli atti di causa ovvero provvedendo alla migrazione telematica dei fascicoli.
Il legislatore ha previsto che nel periodo emergenziale le udienze si potessero tenere “allo stato degli atti” sostituendo alla trattazione orale la trasposizione scritta delle difese con memorie e brevi repliche, così garantendo il diritto di difesa delle parti in causa.
E’ inutile tuttavia negare che la difesa orale è un’altra cosa.
Peraltro, a differenza di altre giurisdizioni, in quella tributaria non vi è una fase istruttoria che consente al giudice, in una pluralità di udienze, di apprezzare le diverse argomentazioni delle parti, conoscere al meglio la causa e – una volta matura – andare a sentenza.
Nel giudizio tributario le parti attendono – a volte per anni – che sia fissata la data di trattazione e poi, in una sola udienza, hanno l’opportunità di rappresentare al collegio giudicante i punti salienti della controversia ed i motivi a supporto delle proprie ragioni.
E’ vero che il rito prevede che si debba scrivere tutto negli atti di causa, ma non è più possibile rinunciare all’oralità della difesa, diritto da più parti ritenuto non sacrificabile.
Adesso occorre ritornare alla normalità anche nelle Commissioni Tributarie.
In alcune regioni italiane, meritoriamente, i giudici si sono attivati rendendo possibili le udienze a distanza, consentendo così di discutere in videoconferenza le controversie; altre, laddove i mezzi tecnologici non lo hanno consentito, hanno accolto le richieste di rinvio formulate dai difensori, scrupolosamente motivati a difendere al meglio i contribuenti nell’unica udienza prevista dal rito: interessi economici rilevanti dietro i quali ci sono storie personali, aziende che producono, persone che lavorano, tutte che attendono con trepidazione l’esito di giudizi dai quali tante volte dipendono le loro sorti.
Ultimamente, purtroppo, è invalsa in taluni casi la prassi di rigettare sia la richiesta di trattazione orale che quella di rinvio, decidendo così le controversie senza la possibilità di difese orali: circostanze difficili da digerire per i difensori ed ancor più per i contribuenti ai quali si deve rappresentare la circostanza.
A Roma, da qualche settimana, i Presidenti della Commissione Tributaria Provinciale (Decreto n. 9435 del 18.10.2021) e Regionale (Decreto del 19.10.2021) hanno deciso di fissare le udienze in presenza: fasce orarie per la chiamata della causa, distanziamento, mascherine, prudenza e graduale ritorno alla normalità (nella CTP Roma a partire dal 2 novembre, nella CTR Lazio dal 15 novembre).
Un buon esempio da seguire anche in Sicilia.
L’udienza di trattazione rimane infatti un momento cruciale del rito e l’oralità delle difese non può essere ulteriormente sacrificata.
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