Aggiornato al 12/03/2022 - 09:52

“Dio è morto” nelle fosse comuni di Mariupol

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[vc_row][vc_column][vc_video link=”https://youtu.be/yqMvHD1gNxc”][vc_column_text]“Mi han detto
Che questa mia generazione ormai non crede
In ciò che spesso han mascherato con la fede
Nei miti eterni della patria o dell’eroe…”

Come la cantava Augusto Daolio questa canzone non la canterà mai più nessuno. L’ha scritta Guccini ma nelle orecchie di tutti risuona con la voce inconfondibile del cantante dei Nomadi, scomparso a 45 anni nel ’92.
Oggi suona profetica una generazione che non crede nei miti eterni della patria o dell’eroe, una generazione che Guccini mutuò dall’Urlo di Ginsberg, una generazione di ventenni degli anni ’60 tragicamente attuale 60 anni dopo quando spopola…

“L’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto…”

E guardando le scene dei bomabardamenti sui palazzi civili, i morti per le strade, e quelle strazianti fosse comuni di Mariupol, guardando questo antichissimo e attuale orrore che è la guerra, ci rimboba nell’anima la voce inimitabile di Augusto.

“E’ un dio che è morto”[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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