Aggiornato al 13/04/2025 - 10:40
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Dignità

“Il valore delle relazioni interpersonali in carcere”: conferenza a Priolo sul ruolo del volontariato

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L’associazione evangelica Onesimo O.d.V. promuove il confronto su isolamento e privazione affettiva dei detenuti. Presenti istituzioni, volontari, ex detenuti e professionisti del settore

“Il valore delle relazioni interpersonali all’interno degli istituti di pena – il ruolo del volontariato”. Questo il tema della conferenza che si è tenuta ieri, presso la sala consiliare del Comune di Priolo, promossa dall’associazione evangelica di volontariato penitenziario Onesimo O.d.V.
L’incontro è stato moderato da Samuele Lana, vicepresidente e referente per la sezione di Siracusa. Tra i presenti anche il presidente dell’associazione, Salvatore Saraceno, a conferma dell’impegno condiviso nel valorizzare l’azione dei volontari e rafforzare le relazioni umane nel contesto penitenziario.
Obiettivo dell’evento: sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle relazioni interpersonali all’interno del contesto penitenziario, riflettendo sulle conseguenze dell’isolamento e della privazione affettiva nei percorsi di vita dei detenuti.
Ad aprire i lavori il sindaco Pippo Gianni, che ha condiviso con sensibilità riflessioni personali legate alla privazione della libertà, sottolineando quanto l’esperienza relazionale sia centrale per il recupero della dignità umana.
L’assessore alle Politiche Sociali Gipi Marullo ha manifestato la volontà dell’Amministrazione comunale di proseguire nella promozione di momenti di confronto e partecipazione pubblica sul tema.
Particolarmente significativa la relazione di Antonio Gelardi, già direttore di diversi istituti penitenziari e dell’UDEPE di Catania, che ha posto l’attenzione sulla chiusura culturale del mondo carcerario e sull’urgenza di costruire ponti tra le diverse funzioni istituzionali attraverso una condivisione costante.
Il consigliere Alessandro Biamonte, capogruppo di Identità Priolese, ha invece centrato il proprio intervento sul bisogno umano di relazione e sull’attenzione verso l’altro come base per un autentico processo di ricostruzione sociale. “Il tema della condizione dei detenuti e del loro reinserimento nella società spesso è considerato non importante ma ha la sua grande importanza per la nostra società e ci spinge ad un’attenta riflessione”.
Vincenzo Messina, presidente di Nuova Acropoli Catania, ha offerto una riflessione sul ruolo delle aspettative personali nelle dinamiche relazionali e su come esse possano comprometterne l’autenticità.
Profonda e toccante la testimonianza di Rita Gentile, presidente di Accoglierete ed ex direttrice dell’UEPE di Siracusa, che ha affermato: “Il volontariato è un vero gesto di libertà”, evidenziando la centralità dell’ascolto nel costruire relazioni autentiche.
Assunta Tirri, docente referente dell’Istituto Einaudi di Siracusa per l’istruzione in carcere, ha messo in luce la drammatica realtà della povertà educativa nei contesti penitenziari e l’urgenza della trasmissione del sapere come strumento di emancipazione e ricostruzione relazionale.
Gabriella Picco, direttrice dell’UEPE di Siracusa, ha tracciato un’analisi lucida del carcere contemporaneo, auspicando un maggiore equilibrio tra funzione amministrativa e sensibilità umana: Il rischio paventato è impoverire anche i funzionari, chiamati ad essere ponti tra due mondi. Altro tema affrontato è la necessità di fare gruppo e di lavorare in funzione di ruoli strutturati da formazione specifica.
Giovanni Villari, Garante per i diritti delle persone private della libertà personale della città di Siracusa e pastore evangelico, ha offerto una riflessione sulla forza trasformatrice delle relazioni vissute in Cristo: “Le relazioni possono diventare strumenti di redenzione e rinascita.”
A concludere, l’intervento di Giovanni Romano, già presidente dell’associazione L’Arcolaio, che ha raccontato l’impegno concreto dell’associazione nel creare spazi di interazione e crescita all’interno degli istituti penitenziari.
All’evento erano presenti volontari, cittadini ed ex detenuti, testimoniando l’interesse crescente della comunità civile verso una giustizia che sappia includere e rieducare.
In chiusura, le parole del moderatore Samuele Lana hanno lasciato un segno profondo nei presenti:
“Spesso molti detenuti portano sulle spalle una storia segnata da legami spezzati, abbandoni, mancanze affettive. Prima della trasgressione della legge, c’è stata una trasgressione relazionale: nessuno che abbia ascoltato, educato, accolto. Abbiamo necessità di riflettere anche su questo se desideriamo avere futuro come società.”

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