Aggiornato al 17/10/2024 - 12:39
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Rilasciata la bozza

Economia, tutte le novità della nuova manovra del Governo

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Dal bonus figli al taglio del cuneo fiscale, ecco le principali novità

La manovra economica per il 2025 prende forma con diverse novità, puntando su misure a favore di famiglie, imprese e occupazione. Si va dal bonus per i nuovi nati al taglio del cuneo fiscale, con una serie di interventi che portano il totale della manovra a 30 miliardi, superando la stima iniziale di 25 miliardi.

La manovra introduce una “Carta per i nuovi nati” che assegna 1.000 euro ai genitori con un ISEE fino a 40.000 euro, per sostenere le prime spese legate alla nascita di un bambino. Si rafforza inoltre il bonus asili e l’assegno unico esce dal calcolo dell’ISEE. Per garantire risorse fresche, i ministeri dovranno ridurre le spese del 5%, con l’eccezione degli enti locali, dei Comuni e della spesa sanitaria, che non subiranno tagli. Anzi, il ministro della Salute Schillaci ha anticipato un possibile incremento fino a 3 miliardi rispetto ai 5 miliardi stanziati nella scorsa legge di bilancio.

Una parte delle risorse arriverà da un contributo degli istituti bancari più grandi, attraverso un anticipo sulle Dta (imposte differite attive) per un totale di 3 miliardi, mentre non ci sarà un aumento dell’Ires e dell’Irap. La manovra conferma il taglio del cuneo fiscale e mantiene i tre scaglioni Irpef, che rappresentano metà del totale della manovra, per un valore di circa 14 miliardi. Il taglio del cuneo sarà contributivo per redditi fino a 20.000 euro, e diventerà fiscale per redditi fino a 35.000 euro, con un sistema di decalage fino ai 40.000 euro. Se i fondi saranno sufficienti, il governo prevede di ridurre l’aliquota intermedia dal 35% al 33% per redditi fino a 50.000 euro.

Le detrazioni saranno legate al numero dei componenti del nucleo familiare, introducendo un primo assaggio di “quoziente familiare”. Inoltre, si sta valutando la possibilità di abbassare la soglia di reddito oltre cui parte il decalage sugli sconti fiscali al 19%, attualmente fissata a 120.000 euro. Restano confermati gli incentivi all’occupazione di giovani e donne nel Mezzogiorno, estesi anche ai rapporti di lavoro avviati nel biennio 2026-2027, insieme alla decontribuzione per le imprese nelle ZES e agli incentivi all’autoimpiego nei settori della transizione digitale ed ecologica.

Prevista una conferma dei fringe benefits aziendali, con soglie di esenzione di 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e 1.000 euro per gli altri, che potranno essere utilizzati anche per pagare affitto o mutuo sulla prima casa. Il bonus ristrutturazioni al 50% sulla prima casa sarà prorogato al 2025, evitando così che l’agevolazione fiscale scenda al 36%.

Sul fronte delle pensioni, non ci saranno riforme strutturali, ma si conferma la piena indicizzazione rispetto all’inflazione e si prevede un aumento delle pensioni minime. Potrebbero essere introdotti incentivi per chi sceglie di continuare a lavorare pur avendo raggiunto i requisiti pensionistici, tramite il bonus Maroni. Infine, la manovra stanzierà risorse anche per il rinnovo dei contratti pubblici per il triennio 2025-2027, come confermato dal ministro Giancarlo Giorgetti.

La manovra economica 2025 si presenta come un piano ambizioso, che cerca di bilanciare il sostegno alle famiglie e alle imprese con una severa spending review, senza sacrificare le priorità strategiche come la sanità e l’occupazione. Restano da sciogliere diversi nodi, ma il governo punta a portare il disegno di legge in Consiglio dei Ministri con un pacchetto che possa garantire crescita e stabilità economica per il Paese.

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