A margine della convention di Forza Italia, il governatore siciliano si lascia “scappare” giudizi non proprio lusinghieri sull’attuale ministro per la Protezione Civile nonché predecessore a Palazzo D’Orleans
Le dure critiche del presidente Renato Schifani all’eredità lasciata da Nello Musumeci al vertice della Regione Siciliana riaprono il dibattito sulla gestione di acqua e rifiuti. Schifani, intervenendo alla kermesse di Forza Italia a Santa Flavia (PA), ha evidenziato i “ritardi” delle precedenti amministrazioni su temi chiave come la gestione idrica e la prevenzione degli incendi, con riferimenti poco velati all’attuale ministro per la Protezione civile Musumeci. Schifani ha sottolineato i risultati ottenuti dal proprio governo, riportando che la Sicilia sta crescendo più di altre regioni grazie a una politica economica “liberale ed espansiva”, orientata al sostegno alle imprese e all’incremento degli investimenti.
Un ulteriore riconoscimento va a Marco Falcone per la sua attività di risanamento dei conti pubblici regionali, una dichiarazione che sembra quasi sottolineare l’uso non ottimale delle competenze di Falcone nella precedente Giunta. Sul tema della siccità, Schifani ha rimarcato come la sua amministrazione abbia rafforzato le risorse antincendio e istituito una control room, criticando l’assenza di piani strutturali precedenti per la gestione delle risorse idriche e annunciando l’apertura di nuovi pozzi. Ma è sul tema dei rifiuti che il presidente Schifani rivolge il colpo più duro: ha ricordato che, nonostante Musumeci avesse promesso un sistema di economia circolare con impianti di compostaggio e pre-trattamento dei rifiuti, nulla è stato realizzato in sei anni. Solo con la costruzione dei termovalorizzatori sarà possibile risolvere l’emergenza rifiuti in Sicilia, ha dichiarato Schifani, ribadendo l’urgenza di una scelta coraggiosa per il futuro della regione.
L’eredità lasciata da Musumeci, che ha ricoperto il ruolo di presidente della Regione Siciliana dal 2017 al 2022 prima di diventare ministro, è quindi descritta da Schifani come pesante: siciliani alle prese con rubinetti a secco, strade invase dai rifiuti e una Tari altissima per coprire i costi di esportazione dei rifiuti. Una situazione che, secondo Schifani, penalizza ancora la Sicilia e che richiede, per essere superata, un approccio politico più deciso e orientato al lungo termine.