Aggiornato al 29/08/2024 - 14:57
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Arte e sentimento

Giuseppe Gianì, a Noto la mostra “Sospesi…il coraggio di sognare”

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Un viaggio di speranza alla riscoperta dei valori

La mostra é visitabile ancora per qualche giorno, fino al primo di settembre, nel Museo Diocesano, presso il Palazzo Landolina.

“Sospesi… il coraggio di sognare” é un connubio di parole e arte. L’arte che prende vita attraverso le parole di Evelina Barone, che ha saputo attraverso i suoi versi, dare voce alle emozioni, che sarebbero rimaste racchiuse e silenziose tra le immagini e i colori.
Passando da un quadro all’altro, sembra quasi di sfogliare le pagine di un libro. Un libro diviso in quattro capitoli e che pagina dopo pagina, tela dopo tela, raccontano una storia.
La storia di un tempo che non riusciamo più a vivere e a cogliere pienamente. Lo stupore perso in quel tempo che passa e che tutto cambia. Quello stesso stupore che fa sorridere per una farfalla che vola, che fa meravigliare per una stella cadente. Quello che si legge forte e chiaro negli occhi puri dei bambini e che Gianì ha saputo trasferire sulla tela, come quell’istante in cui una fotografia immortala un frangente di felicità.
Perché proprio in quello stupore, risiede la scintilla che alimenta la speranza, che un cambiamento, in mondo che continua ad essere devastato dalla guerra, sia possibile.

Non staremo qui a raccontarvi del successo della mostra, perché significherebbe non aver colto l’essenza della stessa, il suo messaggio ed essermi persa durante il viaggio.

Vorremmo condividere con voi lettori, piuttosto, il viaggio.

“Sospesi” é un vero e proprio viaggio verso la riscoperta del valore del “tempo”, alla consapevolezza del “mondo” nel quale viviamo, senza perdere mai di vista la “speranza” per il futuro, che per quanto possa sembrarci incerto é ancora tutto da plasmare.
Per quanto “utopico” possa sembrare il “sogno” di un futuro migliore, dove la guerra diventi un lontano ricordo, é solo alimentando la “speranza”, nutrendo “sogni”, e “illuminando” le coscienze, che può “germogliare” un reale cambiamento.
La speranza si potrebbe a volte smarrire, offuscata dalla banalità di un mondo, concentrato sull’apparire. Ma è in quel continuo oscillare tra ciò che siamo e ciò che sentiamo di voler diventare, in quella continua “altalena” della vita, che va alimentata la “scintilla”, di un futuro diverso sempre più necessario.
Un cambiamento che si potrà generare solo quando, liberando lo sguardo dal superfluo, guardando alla “natura” alla “madre che con amore genera la vita”, si riuscirà a vedere in essa la chiave per vivere in armonia.
Perché come due alberi, posso vivere l’uno vicino all’altro, le cui radici possano trarre entrambi linfa vitale dallo stesso terreno e crescere ugualmente forti e rigogliosi, allo stesso modo forze diverse e contrastanti, popoli opposti, possono coesistere nel mondo.

E come ogni viaggio che si rispetta, ciò che conta veramente non è quello che viviamo durate, ma quello che resta alla fine. Saranno le emozioni che restano, ad alimentare la scintilla della speranza, che la vita potrà affievolire ma non spegnere. Resta a noi, trovare il modo di alimentarla, anche quando tutto sembrerà  perduto.

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