Davide Biondini di “Ortigia Resistente” illustra le peculiarità del centro storico di Siracusa: “Prima di introdurre un pedaggio, servono alternative concrete come parcheggi e navette, altrimenti si rischia di colpire solo residenti, cittadini e lavoratori”
L’idea di una “Congestion Charge”, un pedaggio urbano per regolare l’accesso ai centri storici, è un tema sempre più discusso nelle città d’arte italiane. Anche a Siracusa, l’ipotesi per Ortigia emerge periodicamente nel dibattito pubblico. Ma sarebbe davvero una soluzione praticabile per la nostra isola? Per capirne di più, abbiamo chiesto un parere a Davide Biondini, presidente del Comitato Ortigia Resistente, che offre un’analisi dettagliata delle potenziali criticità.
Cos’è la Congestion Charge e come funziona
Prima di analizzare il caso specifico, è utile fare chiarezza. “In linea di principio, la congestion charge è una tassa di accesso, non di sosta”, spiega Biondini. “L’idea è che l’ingresso in auto in un’area congestionata produce costi per la collettività – in termini di traffico, inquinamento e usura stradale – che l’automobilista è chiamato a compensare, specie nella ZTL”.
Nelle città in cui questo sistema è stato adottato con successo, esistono però delle tutele fondamentali: “Normalmente i residenti sono esentati o pagano una tariffa simbolica, e categorie come corrieri, taxi e manutentori hanno delle agevolazioni. Lo scopo è scoraggiare il traffico pendolare, non penalizzare chi vive e lavora in quell’area”.
Ortigia: un contesto unico con esigenze specifiche
Secondo il Comitato, l’ipotesi di una Congestion Charge per Ortigia, al momento, non è stata accompagnata da alcun piano o da dati tecnici. Si tratta di un’idea generica che merita una valutazione approfondita, cioè se sia possibile o meno applicare questo modello standard al nostro centro storico poiché, data la estrema peculiarità e la fragilità dello stesso, senza un’attenta valutazione potrebbe non portare ai benefici sperati ma anzi avere un effetto boomerang indesiderato. Biondini individua quattro punti di riflessione principali:
- Assenza di traffico di attraversamento. “A differenza di altre aree urbane, nessuno ‘passa attraverso Ortigia per andare altrove. Chi entra lo fa perché ha l’isola come destinazione finale: residenti, lavoratori, turisti, fornitori. Un pedaggio, quindi, non devierebbe il traffico, ma si limiterebbe a renderlo più oneroso per le stesse categorie di utenti”.
- Un “pedaggio indiretto” è già esistente. “Va considerato che una forma di regolazione economica già esiste: i parcheggi a pagamento come il Talete e quello di via Nazario Sauro. Le loro tariffe orarie funzionano già come un disincentivo all’accesso indiscriminato. Aggiungere una congestion charge creerebbe il rischio di un doppio costo per l’utente”.
- La tutela dei residenti. Una delle maggiori preoccupazioni riguarda chi vive a Ortigia. “In assenza di una rete di parcheggi dedicati e garantiti, i residenti si troverebbero in una situazione difficile”, osserva Biondini. “Sarebbe complesso giustificare un pedaggio d’accesso per chi semplicemente rientra a casa propria, soprattutto considerando le attuali difficoltà nel trovare parcheggio”.
- La necessità di vere ed auspicate alternative di mobilità. Questo è forse il punto cruciale dell’analisi. “Qualsiasi misura limitativa, per essere efficace ed equa, deve essere accompagnata da alternative valide. Senza un sistema strutturato di parcheggi scambiatori e navette efficienti che colleghino l’esterno con l’isola, una congestion charge rischierebbe di essere percepita come una misura puramente fiscale, anziché come uno strumento di gestione della mobilità”.
La proposta: razionalizzare prima di tassare
La riflessione del Comitato non è dunque una chiusura totale, ma un invito a invertire le priorità. L’idea è che il problema di Ortigia non sia tanto l’eccesso di circolazione in sé, quanto la “mancanza di spazi e di una pianificazione strategica dell’intero sistema di mobilità che possa favorire l’accesso, a tutti indiscriminatamente, al centro storico oggi gravemente limitato”.
La strada da percorrere, secondo Biondini, passa per interventi concreti:
- a) L’ampliamento e la razionalizzazione delle ZTL.
- b) La creazione di parcheggi esterni serviti da un trasporto pubblico locale rapido e frequente.
- c) Una regolamentazione degli accessi che tenga conto delle diverse esigenze di residenti, cittadini, lavoratori e operatori economici.
“L’obiettivo – conclude Biondini – deve essere una gestione intelligente e sostenibile del traffico. Una soluzione che migliori la vivibilità di Ortigia senza penalizzare chi, per necessità, deve poter accedere al nostro meraviglioso centro storico. Prima di pensare a nuove tasse, occorre pensare a una nuova idea di città. Ortigia non ha bisogno di far pagare nuove tasse per respirare, ma di poter respirare grazie a una mobilità ordinata e moderna.”
Ipotesi derubricata a errore di stampa o quasi
Dalla Giunta ma anche dagli uffici comunali sembra che l’idea di una tassa d’ingresso al centro storico non abbia mai sfiorato nessuno, ma si tratterebbe solo del titolo generico dato al provvedimento sulla ZTL; forse, viste le reazioni generali alla sola idea di un simile intervento, per il momento è meglio così.









