Sembra non voler finire mai la crisi che ha travolto il depuratore IAS di Priolo, a rischio abbandono dalla Regione Siciliana
Il sindacalista Andrea Bottaro, della UILTEC, ha recentemente espresso alla “Sicilia” una dura critica nei confronti della Regione Siciliana, ribadita anche sul suo profilo social personale. Secondo Bottaro, la regione ha sfruttato per 40 anni l’impianto senza mai destinare fondi adeguati alla sua gestione, utilizzandolo come strumento politico e ora decretandone il progressivo abbandono. “Per noi, tutto questo è inaccettabile”, dichiara il sindacalista, sottolineando la mancanza di responsabilità del governo regionale.
Nell’ultimo decennio, IAS ha rappresentato un’importante risorsa per il trattamento dei reflui industriali provenienti dal polo industriale siracusano, garantendo occupazione a centinaia di lavoratori e contribuendo alla tutela ambientale del territorio. Oggi, tuttavia, il futuro di questa infrastruttura appare sempre più incerto, con il governo regionale che non sembra intenzionato a sostenere la struttura o a pianificare un suo rilancio.
Il nodo centrale della questione riguarda i 15 milioni di metri cubi di reflui all’anno che l’impianto non tratterà più, con conseguenze non solo sulla produttività del depuratore, ma anche sul futuro dei suoi dipendenti e dell’indotto collegato. Bottaro avverte che l’uscita dei principali utenti industriali, come Sasol e Eni, metterà in crisi l’intero sistema di gestione dei reflui, che rischiano di essere dispersi nell’ambiente in modo incontrollato, con un rischio ambientale crescente.
Nonostante la Regione sembri voler procedere verso una soluzione alternativa, come la costruzione di nuovi impianti aziendali privati, il sindacato propone una riconversione dell’IAS per renderlo utile al trattamento dei reflui già pre-depurati, impiegando l’acqua trattata in agricoltura e riducendo così il prelievo dalla falda acquifera.
Bottaro si fa portavoce di una posizione chiara: “Siamo con i lavoratori di IAS, con i lavoratori dell’area industriale e con il futuro del nostro territorio”, opponendosi a chi vuole “svendere tutto per interessi politici e personali”. Questa presa di posizione mette in luce il profondo divario tra le necessità del territorio e le scelte politiche della Regione, che sembrano orientate più verso la dismissione che verso un rilancio.
La questione IAS si inserisce in un contesto più ampio di emergenza ambientale e sociale, in cui le scelte istituzionali pesano sul futuro dell’economia locale. I prossimi passi saranno cruciali per capire se vi sarà una possibilità di rilancio del depuratore o se, come temono molti, si andrà incontro a una chiusura definitiva.