[vc_row][vc_column][vc_text_separator title=” Rubrica a cura dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Siracusa”][vc_column_text]Quello delineato dal Governo con il Def 2021 “è un quadro decisamente confortante”, ma “perché l’ottimismo non si sciolga come neve al sole il prossimo autunno, è necessario non solo che la campagna vaccinale e il rafforzamento della capacità di risposta del sistema sanitario consentano di ritenere archiviata la stagione delle chiusure delle attività economiche, ma anche che, al netto della parte prettamente destinata al parziale ristoro delle perdite patite da ciascuna singola impresa, le risorse disponibili grazie al nuovo scostamento di bilancio di 40 miliardi vengano adeguatamente mirate, avendo il coraggio politico di fare scelte qualitative e non soltanto quantitative”. È quanto affermato dal Consiglio nazionale dei commercialisti nel corso dell’audizione sul documento di economia e finanza 2021 tenutasi presso le commissioni Finanza e Tesoro di Camera e Senato.
I commercialisti propongono di “adottare misure di aiuto settoriale specificamente dedicate al settore turistico, con particolare riguardo alle città d’arte e alle grandi città abitualmente oggetto di grandi eventi fieristici e congressualie di prevedere meccanismi di ristoro che utilizzino il calo di fatturato come criterio per rendere agevole e rapida l’erogazione delle somme, ma prevedano altresì l’aggancio al dato reddituale ai fini di un saldo che può essereintegrativo o con obbligo di restituzione, posto che soltanto in questo modo si tiene conto delle differenti strutture di costi sottostanti al fatturato e, soprattutto, si concentra l’aiuto laddove si sono registrate vere perdite e non soltanto minori utili”.
Occorre “dare adeguato spazio in termini di risorse destinate nell’ambito del Piano Nazionale di Recupero e Resilienza a misure finalizzate all’incentivazione dell’investimento privato, posto che per la realizzazione di piani di investimento pubblico la principale difficoltà da sempre riconosciuta non è mai stata quella della disponibilità dei fondi, quanto piuttosto quella delle carenze burocratiche in fase progettuale, implementativa e di rendicontazione finale”.
Dai commercialisti è arrivata anche la proposta di prevedere un vero e proprio superbonus a favore della capitalizzazione delle PMI, con particolare riguardo a quelle che hanno aumentato il proprio indebitamento con prestiti garantiti dallo Stato. “Condividiamo le prospettate proroghe per le PMI delle moratorie dei rientri dai finanziamenti e apprezziamo la volontà di innalzare anche per il corrente anno il tetto massimo di compensazioni fiscali effettuabili”, ha commentato il Segretario nazionale Achille Coppola “ma riteniamo fondamentale, nell’interesse tanto delle imprese finanziate, quanto dello Stato garante, che i finanziamenti erogati con garanzie statali vedano ulteriormente allungato, in modo significativo, l’arco temporale di restituzione dei medesimi”.
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